L'obiettivo dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) è garantire a tutti l'accesso equo alle cure primarie e tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. Particolare attenzione è dunque rivolta anche ai pazienti affetti da malattie rare e al loro bisogno terapeutico non soddisfatto.
Alcune patologie si verificano con una rarità tale da non permettere alle aziende produttrici di recuperare il costo relativo allo sviluppo e commercializzazione dei farmaci destinati al loro trattamento. Tali farmaci, definiti “orfani”, vengono approvati con procedura centralizzata dall'European Medicines Agency (EMA) che, in considerazione del problema citato, ha sviluppato speciali programmi (Early Access Programs) per supportare e accelerare i processi autorizzativi al fine di sostenere un accesso precoce da parte dei pazienti. La peculiarità di tali programmi risiede nell'applicazione di incentivi (economici, regolatori, procedurali) che permettono il recupero di detti costi a carico delle aziende produttrici.
Nel 2016 AIFA ha autorizzato l'immissione in commercio di 71 dei 91 farmaci orfani approvati dall'EMA, ammettendo il 70% di questi alla rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN); i restanti sono comunque disponibili attraverso canali di distribuzione alternativi. In Italia esiste una normativa che consente ai pazienti di accedere a un farmaco anche prima del rilascio dell'autorizzazione in commercio o durante le fasi di sperimentazione clinica. Anche altri Paesi europei dispongono di una legislazione simile, tuttavia il nostro Paese può vantare una molteplicità di norme unica nel suo genere, tra cui la Legge n.648/1996, la Legge n.326/2003 e il Decreto Ministeriale 8 maggio 2003.
Inoltre l'AIFA, prima Agenzia regolatoria europea a inserire fra i suoi obiettivi istituzionali la promozione della ricerca scientifica indipendente, incentiva lo sviluppo dei farmaci orfani attraverso il finanziamento di studi clinici no profit. La ricerca indipendente, che rappresenta uno strumento in grado di produrre risultati e conoscenze che rendono più efficienti sia le decisioni regolatorie sia la pratica clinica, è finanziata tramite il Fondo 5% (Legge n.326/2003) ed è rivolta a tutti i ricercatori italiani di istituzioni pubbliche e no profit. Nel 2016 l'AIFA ha finanziato 40 progetti di ricerca indipendente, di cui 23 dedicati alle malattie rare. Nel bando 2017, appena pubblicato, è stata riproposta la tematica delle malattie rare con lo scopo di rafforzare l'impegno dell'Agenzia volto a soddisfare il bisogno terapeutico dei pazienti affetti da queste patologie.
L'attenzione dell'AIFA è costantemente rivolta anche allo sviluppo di farmaci innovativi e di trattamenti terapeutici per patologie attualmente ancora prive di cura. Il progresso delle biotecnologie ha facilitato lo sviluppo di terapie avanzate, ovvero terapie basate sull'ingegnerizzazione dei processi biologici, a livello genico, cellulare e tissutale. In questo scenario di rivoluzione farmacologica, la sfida dell'AIFA è rendere disponibili tali farmaci, spesso molto costosi, senza compromettere la tenuta economica del SSN: nessuna innovazione, infatti, è veramente tale se non è sostenibile.
A tale scopo, l'Agenzia ha individuato i criteri per la classificazione dei farmaci innovativi e dei farmaci oncologici innovativi, la procedura di valutazione e i criteri per la permanenza del requisito dell'innovatività, scegliendo un approccio basato sulla valutazione del bisogno terapeutico, del valore terapeutico aggiunto e della qualità delle prove fornite al regolatore. La valutazione permette di identificare gli elementi che apportano reali benefici ai pazienti e alla scienza medica. La sostenibilità e l'accesso ai farmaci innovativi vengono garantiti attraverso due fondi strutturali (il Fondo per farmaci innovativi oncologici e il Fondo per farmaci innovativi) previsti dalla Legge n.232/2016, ciascuno con risorse pari a 500 milioni di euro l'anno.
Fra i farmaci innovativi per il trattamento delle malattie rare, recentemente autorizzati dall'AIFA, si ricordano:
Tra i farmaci innovativi disponibili in un prossimo futuro meritano attenzione le terapie avanzate, come per esempio quelle per il trattamento di alcuni tipi di linfomi e di alcune leucemie, attraverso le cosiddette cellule CAR-T. Queste terapie implicano un approccio “personalizzato” poiché prevedono il prelievo dal paziente dei propri linfociti T, la loro successiva ingegnerizzazione in vitro e infine la reinfusione nel paziente. In particolare, i linfociti T vengono geneticamente ingegnerizzati con un retrovirus che esprime un recettore chimerico (CAR) in grado di legare l'antigene CD19, espresso su più del 95% di linfociti B maligni.
Semplificando, questa tipologia di terapia ha la capacità di trasformare le cellule immunitarie dei pazienti in farmaco, insegnando loro a riconoscere e a combattere il tumore. Data l'efficacia di questo sistema, l'obiettivo attuale della ricerca è proprio l'ingegnerizzazione di linfociti T che possano riconoscere quegli antigeni espressi anche sulle cellule tumorali solide. Le terapie con CAR-T 19 sono già state approvate dalla statunitense Food and Drug Administration (FDA) e attualmente sono in fase di valutazione presso l'EMA.
Garantire sostenibilità e accesso a queste costosissime terapie rappresenta un'importante sfida per i servizi sanitari, che l'AIFA sta affrontando attraverso il miglioramento degli strumenti di valutazione HTA, la condivisione del rischio con le aziende farmaceutiche e il monitoraggio e rivalutazione costante dei profili rischio/beneficio e beneficio/prezzo dei medicinali, nonché valutando nuovi strumenti di finanziamento.
Accanto allo sviluppo promettente delle terapie avanzate, lo scenario farmacologico futuro potrà trarre vantaggio anche dal rapido sviluppo sia delle tecnologie per lo studio e l'integrazione delle scienze omiche, sia dell'analisi dei Big Data. Ciò porterà a identificare potenziali biomarker, che saranno utili per la comprensione dello sviluppo delle patologie e dei meccanismi di risposta alle terapie, permettendo di disegnare il giusto trattamento farmacologico personalizzato, ovvero quello più rispondente alle peculiari caratteristiche di gruppi specifici di pazienti.