Giovanni è un uomo di 72 anni, in buona forma fisica, "etichettato" da circa 5 anni come affetto da insufficienza cardiaca a frazione di eiezione conservata in un soggetto iperteso. Da qualche tempo riferisce parestesie agli arti inferiori ed è stato operato di tunnel carpale circa 7 anni fa. Nel 2015 è stato operato di neoplasia prostatica localizzata, senza necessità di successivo trattamento chemio- o radioterapico. Da mesi riferisce un modesto peggioramento degli edemi alle caviglie, che peraltro rispondono bene al temporaneo incremento della terapia diuretica. Si è spaventato per un brusco peggioramento, concomitante ad un episodio di cardiopalmo che lo ha portato in Pronto Soccorso.
In seguito al riscontro di fibrillazione atriale è stato sottoposto a cardioversione elettrica. È marcatamente astenico, tanto che il suo Medico Curante ha deciso di sospendere il beta bloccante che assumeva da tempo. Il Collega del Pronto Soccorso ha sottolineato la presenza di marcata ipertrofia del ventricolo sinistro che ha attribuito alla sua ipertensione arteriosa, peraltro ben controllata dal trattamento con ramipril 10 mg al giorno.
All’ECG sono evidenti voltaggi non particolarmente elevati (a dispetto dell’aumento degli spessori di parete), blocco atrioventricolare di I grado (PR 290 ms) con blocco di branca destra (BBD) (Fig. 1A).
All’ecocardiogramma si evidenziano spessori di parete marcatamente aumentati, una funzione sistolica globale ai limiti inferiori della norma (FE 49%), un riempimento ventricolare di tipo restrittivo, una geometria concentrica ed una lieve insufficienza mitralica. È presente anche una riduzione dello strain longitudinale globale (peraltro conservato a livello apicale) (Fig. 1B-E).
Esami di laboratorio: azotemia 6.2 mmol/L, emoglobina 119 g/L, creatinina 86 µmol/L, Ca 2.2 mmol/L, troponina T 0.217 µg/L, and NT proBNP 24,288 ng/L. L’immunofissazione di siero e urine appare nei limiti (kappa 51.06 mg/dL; lambda 29.89 mg/dL, kappa/lambda ratio 1.71).
Viene a questo punto richiesta una risonanza magnetica nucleare che evidenzia diffuso “delayed enhancement”, aumento degli spessori di parete e riduzione della funzione sistolica globale.
Nel sospetto di amiloidosi è stato sottoposto a biopsia del grasso addominale, risultata negativa per colorazione al Congo rosso. Questo ha indotto il Curante ad escludere inizialmente la presenza di amilodosi.
La persistenza della sintomatologia induce a rianalizzare la documentazione del signor Giovanni. Emerge un dato particolare: una pregressa scintigrafia ossea per neoplasia prostatica metastatica ha rilevato come dato incidentale una intensa captazione miocardica del tracciante osseo, maggiore di quella di costole e colonna vertebrale (Grado 3), di difficile interpretazione (Fig. 2A). Una seconda scintigrafia ha evidenziato intensa captazione cardiaca a 1 e 3 ore (Fig. 2B-C).
È stata posta indicazione al test genetico, anche se il paziente era molto scettico. Alla fine il paziente accetta e risulta negativo per mutazioni del gene della transtiretina. La diagnosi è di amiloidosi cardiaca da transtiretina wild-type.
Questo caso evidenzia alcuni aspetti diagnostici importanti:
Come in tutti gli ambiti della medicina, la diagnosi è fondamentale e parte da un sospetto diagnostico. Nel caso dell’amiloidosi cardiaca, la presenza di una insufficienza cardiaca ad eziologia non chiara e di diversi indicatori di sospetto (Red Flags) possono indurre il sospetto diagnostico. La disponibilità di diverse linee di trattamento e la necessità di una diagnosi precoce devono pertanto pungolare il clinico a cercare sempre la causa del quadro di segni e sintomi del nostro paziente.